sabato 10 novembre 2012

DL 95/12 Norme in materia di gestione dei corsi d'acqua

Dal verbale del consiglio regionale del 6 novembre 2012

Vice presidente Paolo Petrini (Partito Democratico)
"Tutto questo ha generato un disastro, un disastro legato, poi, a quello che è stato l'incremento della velocità delle acque, che naturalmente ha generato una ulteriore trasformazione di tutti questi corpi fluviali, facendo terminare, perché oggi non avviene più, quella che era una delle funzioni più preziose, quella di nastro trasportatore, perché, come sapete, i fiumi trasportavano la ghiaia al mare e facevano un ripascimento naturale delle nostre spiagge."

Da "Nuovi strumenti per la gestione dei litorali" Regione Emilia Romagna 2011
"Negli anni ‘80, la Regione Emilia-Romagna bloccò lo scavo di sabbia e ghiaia dai letti dei fiumi, al fine di migliorare il trasporto solido fluviale utile al ripascimento naturale dei litorali, drasticamente ridotto nei decenni precedenti.
Tale disposizione fu gradualmente applicata negli anni successivi ai fiumi regionali, fino al blocco delle escavazioni anche nel bacino nazionale del fiume Po, attraverso specifica disposizione del Magistrato per il Po, nel 1990.
Lo studio effettuato successivamente, in occasione della preparazione del Progetto di Piano Costa 1996, ha permesso di registrare la ripresa del trasporto solido a mare da parte di alcuni fiumi, con evidenze sulla spiaggia di Cattolica, a nord della foce del Marecchia e lungo lo Scanno di Goro, e di stimare l’andamento nel tempo del fenomeno.
Il blocco delle escavazioni in alveo, pulizia e risezionamenti realizzati nel corso degli anni ‘80 e ’90, sono certamente azioni di grande rilievo, la loro efficacia non si è purtroppo ancora manifestata nella misura sperata per il sommarsi di varie cause:
  • il progressivo espandersi delle superfici incolte e boscate nei versanti montani;
  • la formazione di materassi sovralluvionali a monte delle numerose opere di regimazione trasversali, presenti lungo gli alvei;
  • la riduzione e il diverso regime delle piogge;
  • l’asportazione di inerti autorizzate dagli uffici competenti per ragioni di sicurezza idraulica."



DL 95/12 Norme in materia di gestione dei corsi d'acqua

Dal verbale del consiglio regionale del 6 novembre 2012

Consigliere Bucciarelli Raffaele (Federazione della Sinistra)
" ......
La valorizzazione del materiale litoide degli alvei fluviali, fa parte della nostra storia, non c'è nessun paese sui fondovalle marchigiani che non veda le proprie case costruite con materiali presi dai fiumi, una delle professioni maggiori, anche perché non necessitava di grande formazione professionale, era quella del carrettiere che, appunto, trasportava la ghiaia e le pietre dai fiumi fino ai paesi per costruirci le case, altra pratica da portare ad esempio era quella degli agricoltori che coltivavano i fiumi. Grazie anche ad una politica ambientalista salottiera, cioè di coloro che parlano di ambiente, ma sicuramente non hanno mai messo dito nell'ambiente stesso lavorandoci, di qui salottiera, non si sa che i nostri agricoltori coltivavano negli alvei dei fiumi, non c'erano piante, non c'erano quasi boschi, come ci sono oggi, perché il fiume aveva il suo decorso naturale come mamma natura vuole.
......"

Alcune parti della sinistra dovrebbero essere consegnate alla storia.

lunedì 17 settembre 2012

Appello ai sindaci della costa marchigiana


Legambiente rivolge un appello ai sindaci delle costa marchigiana affinché chiedano alla IV commissione consiliare permanente regionale la modifica della proposta di legge (pdl) n. 90/11 “Norme in materia di gestione dei corsi d'acqua”, all'ordine del giorno della commissione stessa, poiché se questa non verrà modificata potrebbero peggiorare i problemi dell'erosione della costa marchigiana.
L'articolo 3bis del suddetto pdl prevede la messa a disposizione dell'autorità idraulica del materiale litoide: tradotto significa estrazione dall'alveo fluviale della ghiaia. Questa asportazione avrà ripercussioni sulla costa che non ricevendo più questo apporto dai fiumi si innescherà o accentuerà l'arretramento del litorale.
Il deficit di sedimenti prodotto dalle estrazioni può avere effetti importanti anche sull’equilibrio delle coste, innescando o accentuando l’arretramento delle spiagge” da pag. 7 del manuale “Le buone pratiche per gestire il territorio e ridurre il rischio idrogeologico” di Legambiente e Protezione Civile Nazionale.
Visto il problema, non abbiamo certo bisogno di rimarcare a Lei l'importanza ambientale ed economica delle nostre spiagge.

Come Legambiente chiediamo che in un momento economico particolarmente difficile questa pdl regionale favorisca la nascita di contratti di fiume, come strumento di programmazione negoziata interrelati a processi di pianificazione strategica per la riqualificazione dei bacini fluviali. Questo strumento potrà evitare la dispersione delle risorse economiche ed un migliore coordinamento degli interventi nei bacini fluviali.

Certo che saprà cogliere l'importanza di questo appello, che Le rivolgiamo, restando a disposizione per ulteriori chiarimenti, Le inviamo i nostri più cordiali saluti.

venerdì 27 luglio 2012

lettera al presidente della regione Marche


Oggetto: Pdl n.90/11 “Norme in materia di gestione dei corsi d’acqua”


In occasione della riunione previsto per mercoledì 11 luglio della IV commissione consiliare permanente sulla proposta di legge n.90/11 (testo base) “Norme in materia di gestione dei corsi d'acqua” abbinata alle proposte di legge n.99/11 e n.99/11 Legambiente Marche torna a ribadire le sue preoccupazioni. Il testo, nella sua versione attuale, oltre non garantire l’adeguata efficacia in termini di riduzione del rischio idrogeologico, prevede interventi che rischiano di aggravare ulteriormente lo stato dei nostri corsi d’acqua e degli ecosistemi fluviali.
Come sostenuto dalla nostra associazione negli incontri avuti con la Commissione ambiente, Autorità di bacino ed altri e dagli esperti del CIRF (Centro italiano per la riqualificazione fluviale), consultati nell’ambito dell’iter del pdl in oggetto, al fine di assicurare la realizzazione delle opere di manutenzione straordinaria e ordinaria necessarie per la prevenzione e la messa in sicurezza della regione fluviale rispetto al rischio idrogeologico e agli squilibri fisico-ambientali, si prevedono misure assolutamente inadeguate e dannose, quali l’escavazione in alveo.

La proposta di attuare interventi di rimozione dei sedimenti dagli alvei ritenuti sovralluvionati, per risolvere i problemi di sicurezza idraulica, è superata da tutti i recenti studi di settore; oltre che dannosa e non in linea con quanto previsto dalle direttive europee vigenti.
Nelle Marche le escavazioni avvenute nel passato hanno portato oggi ad avere corsi d’acqua fortemente incisi, che rischiano di essere ulteriormente danneggiati da nuovi interventi di questo tipo. Anche nel caso in cui questi siano ritenuti assolutamente imprescindibili, nei tratti di forte sovralluvionamento, riteniamo comunque prioritario che siano studiati su scala di bacino e accompagnati da adeguate indagini conoscitive e che la destinazione del materiale estratto sia sempre il corso d’acqua, individuando i tratti più a valle in cui ci sono deficit sedimentari.
In questo modo si garantisce il loro ciclo naturale, scongiurando pericolosi meccanismi di compensazione in cui si autorizza la vendita del materiale in cambio della realizzazione degli interventi di escavazione.

Più in generale, sul disegno di legge in questione, si ribadisce l’importanza che qualunque intervento in alveo sia esplicitamente coerente con il Piano di bacino distrettuale e le sue articolazioni (in particolare i Piani di gestione, i Piani stralcio per la tutela dal rischio idrogeologico e i programmi triennali di intervento idrografico) e quindi con gli obiettivi da esso previsti, oltre che con il piano di gestione del rischio di alluvioni.
Per far questo è necessario attenersi alle normative nazionali, a partire dalla Parte Terza del DLgs 152/06 (che recepisce la direttiva 2000/60), l'attuazione della direttiva 2007/60/CE (DLgs 23 febbraio 2010, n. 49) e la direttiva 92/43 relativa alla conservazione degli habitat.
Anche per evitare l’istituzione e la redazione di nuovi piani non in linea con la normativa vigente o prevedere interventi che non rientrino tra quelli previsti per raggiungere gli obiettivi delle direttive europee in questione.

Come Legambiente Marche vogliamo infine ribadire l’importanza di accompagnare i piani e gli interventi riguardanti i fiumi e i corpi idrici con nuove regole di partecipazione attiva che prevedano strumenti di condivisione e luoghi di consultazione con il pubblico, come previsto anche dalla direttiva europea 2000/60. Un esempio in questo senso viene dalle sempre più diffuse esperienze di Contratti di fiume e di lago in Italia, dove la partecipazione reale e concreta delle comunità locali e di tutti i soggetti interessati diventa lo strumento cardine per svolgere una buona politica di tutela e sviluppo del territorio e dei corpi idrici.

Con l’auspicio che la commissione riveda il testo della proposta di legge regionale 90/11, alla luce delle osservazioni fatte in questa lettera e durante i mesi di discussione della norma, e che il percorso avviato in Regione sui fiumi e la gestione dei bacini idrografici porti quanto prima a soluzioni condivise e determinanti per la tutela dei corsi d’acqua e la mitigazione del rischio idrogeologico sul territorio, rinnoviamo la nostra disponibilità a lavorare per una proposta comune.

Cordiali saluti,



Luigino Quarchioni
presidente di Legambiente Marche

Leonello Negozi
responsabile fiumi di Legambiente Marche