venerdì 19 marzo 2010
La tariffa a blocchi crescenti: equità sociale e tutela dell'ambiente
L'articolazione della tariffa dell'acqua potabile, in fasce di consumo con blocchi crescenti, determina tariffe diverse secondo la composizione del nucleo familiare: più numerosi sono i componenti della famiglia, maggiori sono i consumi a cui si applicano le tariffe più alte.
Come Legambiente Marche abbiamo calcolato il costo dell'acqua potabile al metro cubo nei comuni capoluogo di provincia (Pesaro, Ancona, Macerata, Fermo ed Ascoli Piceno) per utenze formate da un solo componente, da 3 componenti il nucleo familiare e da 5 componenti il nucleo familiare considerando un consumo medio annuo di 75,7 mt3, che è il consumo medio per abitante delle Marche (Istat 2008).
I dati riportati nella tabella seguente evidenziano un aumento dei costi dell'acqua potabile all'aumentare dei componenti il nucleo familiare, per un aumento medio nelle Marche di circa il 23% per nuclei familiare formati da 3 componenti e un aumento di circa il 38% per nuclei formati da 5 componenti.
Chi paga il costo dell'acqua più alto nelle Marche sono le famiglie di 5 componenti dei comuni di Fermo ed Ascoli Piceno spendendo 1,93 euro al m3, seguono le famiglie di 3 componenti del comune di Pesaro. L'AATO n°1, che stabilisce le tariffe per il comune di Pesaro, per le famiglie composte da più 4 componenti prevede un'agevolazione, attraverso il raddoppio del quantitativo di acqua nei blocchi crescenti, che in parte riequilibra l'aumento per gli utenti composti da famiglie numerose.
Questi incrementi di costo non sono trascurabili se si considera che la famiglia media marchigiana composta da 2,6 unità spende per l'acqua potabile 295 euro all'anno.
La tabella mostra che la tariffa “a blocchi crescenti” che non tiene conto della numerosità del nucleo familiare e penalizza le famiglie numerose e statisticamente con reddito più basso. Il problema non è tanto quello di ribellarsi all’idea di pagare le tariffe e pretendere l’acqua gratis in nome di non si sa bene quale diritto, ma semmai come ripartirne l’onere e questo può essere fatto se i blocchi crescenti tengono conto del numero di componenti il nucleo familiare allacciato all'utenza.
Negli recentemente le AATO hanno introdotto una tariffa sociale per le famiglie con basso reddito. Questo se da una parte aiuta alcune utente economicamente molto deboli, non corregge però l'anomalia dell'impostazione tariffaria.
Secondo noi le differenti articolazioni tariffarie vanno monitorate in termini di equità valutando l’incidenza della tariffa sul reddito familiare nella situazione con o senza agevolazione, arrivando alla formulazione di “scaglioni” personalizzati, che non penalizzino in maniera eccessiva una categoria rispetto ad un’altra. Inoltre, questa articolazione tariffaria in fasce di consumo a blocchi crescenti, che non tiene conto della numerosità del nucleo familiare utilizzatore dell'utenza, influisce negativamente sulla sostenibilità ambientale: chi ha bassi costi tariffari è meno propenso al risparmio; mentre chi vede applicarsi alti costi tariffari è portato a ridurre i consumi anche per usi prioritari ed indispensabili (salute umana, consumi civili essenziali, sicurezza alimentare).
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